Recensione Deep end

Scarlett Vandermeer, studentessa del terzo anno a Stanford e tuffatrice di talento, è concentrata sul recupero dall’infortunio che ha quasi messo fine alla sua carriera e sull’ammissione a Medicina. Relazioni? Non ci pensa nemmeno.
Lukas Blomqvist, campione del mondo e capitano della squadra di nuoto, vive di disciplina e concentrazione, vincendo medaglie e battendo record.

A prima vista non avrebbero nulla in comune, se non la passione per l’acqua. Ma quando un segreto condiviso li costringe a lavorare insieme a un progetto di biologia, l’attrazione tra loro diventa impossibile da ignorare. Tra gare olimpiche, tensioni e sentimenti inaspettati, Scarlett dovrà decidere se seguire il cuore… o restare al sicuro.

Non me lo aspettavo, ma mi è piaciuto da matti!

questo è il secondo libro della Hazelwood che leggo, e se prima non ero convinta valesse la pena leggere altro di suo, ora l’ho completamente rivalutata.

Deep end non è il romanzo che mi aspettavo: il TW del BDSM mi aveva fatto pensare a chissà quali pratiche, ed ero già pronta a saltare qualche scena se ce fosse stato bisogno; alla fin fine, lo spicy all’interno di questo libro è sì superiore rispetto agli altri dell’autrice, ma è nettamente nella media rispetto ad altri titoli. 
Apprezzata la parte dello sport, anche se alle volte ha sportifizzato fin troppo😂 e Lukas un rimane un grandissimo smash.
Per Scarlett, come al solito vado contro corrente, mi è piaciuta. Nel corso di libro ha uno sviluppo veramente importante: all’inizio è un personaggio che si incolpa per i suoi insuccessi, che ha un blocco, alla fine invece la ritroviamo fiera di quello che fa, di nuovo motivata. 
Dulcis in fundo: Penelope, cuore mio, ma sei stata cieca per il 90% del libro o non si spiega.
Ammiro sia Scarlett che Lukas che hanno avuto la forza di perdonarla💀


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